Fondazione Privata Lussemburghese

Al fine di rendere la piazza finanziaria lussemburghese ancora più attraente nei confronti della concorrenza svizzera, ma anche tedesca, austriaca, belga e olandese, che avevano già introdotto questo tipo di struttura nella loro legislazione, e completare così il suo arsenale legislativo in termini di gestione della ricchezza privata, il governo lussemburghese aveva introdotto nel marzo 2013 un disegno di legge che introduceva nell’ordinamento lussemburghese una nuova struttura, «la fondazione patrimoniale» appunto, una specie di «trust lussemburghese», che competerebbe con il «trust anglosassone» o lo «Stichting Olandese» , anche se l’originalità del veicolo Lussemburghese risiedeva nel fatto che, pur avendo un’organizzazione tripartita come il trust, a differenza di quest’ultimo si proponeva di avere personalità giuridica e unicità di patrimonio. E difatti l’utilità di questo veicolo sarebbe quella di garantire la coesione del patrimonio familiare e la sua conservazione, nonché la continuità della gestione e della protezione della vita privata.Il disegno di legge si proponeva due obiettivi principali: in primo luogo, salvaguardare la coesione e la continuità del patrimonio familiare e, in secondo luogo, la protezione della vita privata, elemento indispensabile per le famiglie benestanti al fine di limitare la visibilità del loro patrimonio e quindi garantire la loro sicurezza. Il legislatore si è tuttavia preoccupato di conciliare questo desiderio di riservatezza con un certo grado di trasparenza, richiedendo che le informazioni relative ai beneficiari effettivi della fondazione patrimoniale siano tenute a disposizione delle autorità lussemburghesi.Ad oggi, tuttavia, tale equilibrio non sarebbe in linea con le nuove norme europee, già tra l’altro recepite nell’ordinamento lussemburghese, che prevedono l’introduzione di un registro lussemburghese dei beneficiari effettivi. Quest’ultimo si tradurrà in un cambio di paradigma, richiedendo la comunicazione attiva di una certa quantità di informazioni private invece di un approccio passivo che si limita a rendere semplicemente disponibili i dati. Di conseguenza, se il disegno di legge sulla fondazione patrimoniale fosse finalmente approvato, si renderebbero necessarie delle rettifiche. In tal caso, questo nuovo veicolo potrebbe rafforzare la competitività del Lussemburgo e costituirebbe un importante concorrente nei confronti di strutture straniere comparabili alla fondazione patrimoniale. Queste sono generalmente il risultato di legislazioni che invecchiano, non più al passo con i tempi e che sembrano meno in grado di soddisfare le esigenze attuali, che maturano in un contesto di crescente internazionalizzazione.In termini di tassazione diretta, l’opacità fiscale della fondazione patrimoniale rappresenterebbe un netto vantaggio rispetto alle strutture straniere esistenti, considerate fiscalmente trasparenti dal Lussemburgo. Solo la fondazione patrimoniale (e non gli investitori) verrebbe tassata sul reddito generato durante la sua vita, dove alcuni di tali redditi beneficerebbero anche di un’esenzione totale. Mentre la SPF (Société de gestion de patrimoine familial– veicolo istituito dalla legge dell’11 maggio 2007, è esente da imposta sul reddito, imposta commerciale comunale e imposta sul patrimonio ed è soggetta esclusivamente ad una ridotta tassa fissa annuale) offre attualmente un vantaggio simile, essa può tuttavia detenere solo una classe limitata di beni.Il fascino della fondazione patrimoniale risiederebbe quindi, oltre che in un sistema fiscale attraente, dove essa beneficia di esenzione su alcuni tipi di reddito, in particolare dividendi e interessi, o plusvalenze realizzate al momento del trasferimento dei beni, anche sulla sua « discrezione », ovvero mancanza di pubblicazione di dati sensibili (quali identità del fondatore o dei beneficiari, entità della dotazione….), o dell’obbligo di depositare il bilancio.Tuttavia, mentre è certo che tale veicolo sarebbe fiscalmente attraente se il fondatore ed i beneficiari fossero residenti lussemburghesi, si impone una certa cautela ed uno studio « case by case » in caso di non-residenti.La motivazione per cui un tale progetto non ha visto ancora la luce del giorno potrebbe risiedere nei nuovi imperativi di trasparenza in ambito internazionale, imposti in particolare con la creazione del registro dei beneficiari effettivi, e a seguito dello scambio automatico di informazioni finanziarie, che certamente infrangono la discrezione cercata dagli autori del disegno di legge sulla fondazione patrimoniale.Anche se i numerosi punti di forza del Lussemburgo gli consentono di attenuare il vuoto lasciato dalla mancata approvazione della legge che introduce la fondazione patrimoniale, un rilancio del progetto sarebbe senza dubbio vantaggioso per la competitività del Paese in termini di gestione patrimoniale. 
Nel frattempo, oltre a ricorrere alla SPF menzionata sopra, gli investitori possono avvalersi della Fondazione Privata Lussemburghese, che consente di ottenere lo stesso grado di protezione e pianificazione patrimoniale delle omologhe fondazioni dei Paesi limitrofi (soprattutto nel contesto successorio). Tuttavia, dal punto di vista fiscale, il quadro lussemburghese è più attraente e alcune caratteristiche della normativa vigente consentono una maggiore flessibilità e diversi altri aspetti vantaggiosi (quali ad esempio il rilascio di un certificato).Benché il fondatore, gli amministratori o membri del consiglio di amministrazione possono essere non residenti (va comunque mantenuto un collegamento con il Lussemburgo dove ha sede l’amministrazione, potendo a tal fine essere nominato almeno un amministratore ivi residente), la sede legale della Fondazione privata lussemburghese deve essere sempre in Lussemburgo. Inoltre, essa non emette azioni quindi nessun « azionista » possiede la Fondazione, piuttosto il fondatore si spoglia dei suoi beni a favore della Fondazione e può nominare dei beneficiari (incluso se stesso) durante la costituzione o dopo. Una volta che i beni vengono assegnati alla Fondazione, non appartengono più al fondatore. Tuttavia, il fondatore può far parte del Consiglio di amministrazione e gestire da solo i beni. Il fondatore decide anche in anticipo chi saranno i beneficiari, quanti di essi riceveranno rendite o beni dalla Fondazione e stabilire le condizioni per la distribuzione dei beni. La Fondazione può investire in partecipazioni o detenere un portafoglio titoli che genera dividendi, come pure detenere diritti di proprietà intellettuale, beni mobili o immobili, ricevendo quindi verosimilmente redditi generati da tali beni. Sul versante tassazione, bisogna evidenziare che I trasferimenti di beni alla Fondazione da parte di non residenti o il pagamento di redditi a non residenti non subiranno trattenute alla fonte. Tuttavia, a seconda del paese in cui risiedono i beneficiari, tali redditi potrebbero essere tassabili nel Paese di residenza, e potrebbero essere applicate alcune esenzioni (ad esempio, a volte il trasferimento di beni non è affatto un evento imponibile o i beni trasferiti ai beneficiari non sono tassabili, ecc.). L’imposta di registro forfettaria a cui è soggetta la Fondazione è fissata a 75 Euro. Non esiste un patrimonio minimo raccomandato per costituire una Fondazione, è previsto solo un contributo minimo iniziale di 50.000 Euro da apportare in contanti o in natura alla Fondazione, successivamente al quale altri beni possono essere liberamente conferiti alla Fondazione. La valutazione dell’asset iniziale apportato in natura ricade sotto la responsabilità del fondatore, mentre invece la responsabilità della valutazione degli assets apportati dopo la costituzione della Fondazione risiede nel consiglio di amministrazione, il cui ruolo e responsabilità vengono chiaramente definite nell’atto costitutivo, e che ha il potere di svolgere tutti gli atti utili alla realizzazione degli obiettivi della Fondazione, potendo essere assistito da fornitori di servizi esterni per quanto attiene alla valutazione degli assets. Il consiglio di amministrazione può anche decidere di nominare una Banca Depositaria per detenere alcuni o tutti i beni della Fondazione, siano essi finanziari od alternativi. Ciò, unitamente al fatto che banca depositaria ed eventuali valutatori esterni sono indipendenti dalla Fondazione e dal suo management, contribuisce a minimizzare i rischi legati alla salvaguardia del patrimonio della Fondazione. Per beneficiare di una tassazione favorevole la Fondazione non deve necessariamente essere senza scopo lucrativo o di interesse pubblico, essa non può svolgere attività commerciali o finanziarie, ma è a tutti gli effetti un veicolo « a scopo di lucro » e può essere utilizzato per la gestione patrimoniale del disponente senza dover essere di interesse pubblico, essendo costituita per trarre profitto dai suoi beni e generare reddito.In definitiva, la Fondazione privata lussemburghese è una struttura ideale per gruppi familiari o chiunque cerchi un veicolo adeguato per ottenere protezione e ottimizzazione fiscale per il proprio patrimonio. Molti players disposti a strutturare i propri investimenti tramite un trust potrebbero considerare la Fondazione più appropriata in quanto possono gestirla da soli. Non è necessario che il settlor, fondatore, all’inizio sia un HNWI. Fondazioni di piccola entità possono essere istituite all’inizio della carriera del fondatore e crescere nel tempo.

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By Anna Teresa Plantamura

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