AIF TRA NUOVE TENDENZE…

AIF Fondi d'Investimento Alternativi
AIF Fondi d’Investimento alternativi

L’industria dei fondi di investimento alternativi (“AIF”: real estate, private equity…) ha indubbiamente il vento in poppa e tuttavia non ignora le numerose sfide da raccogliere. Non vi è dubbio che questa tipologia di fondi avrà un ruolo significativo nel portare gli AUM in Lussemburgo verso la soglia dei 5.000 miliardi. 

Strategicamente posizionato nel cuore dell’Europa, il Granducato ha consolidato la sua posizione di secondo più grande centro di investimento in tutto il mondo e continua ad attirare società di gestione e investitori dall’Europa continentale, dal Regno Unito nel contesto geopolitico attuale, ma anche dagli Stati Uniti e dall’Asia.

Rimanendo in prima linea, con l’ambizione di servire meglio l’investitore e contribuire allo sviluppo dell’economia, gli attori lussemburghesi continuano a lavorare duramente per preservare la loro leadership globale. In un contesto piuttosto difficile, l’industria dei fondi di investimento lussemburghese è rimasta stabile nel 2018 con un AUM superiore a 4.000 miliardi di euro con una raccolta positiva in ​​particolare nell’ambito degli ETF. I fondi di investimento alternativi (AIF) sono cresciuti di un impressionante 20% lo scorso anno rispetto al 2017. Con un totale di 700 miliardi di euro, i fondi di investimento alternativi rappresentano oggi il 17% della quota di mercato, con una posizione predominante di Hedge Funds, seguiti da Debt Funds, Private Equity e in misura minore Real Estate Funds.

È prevedibile che questa crescita dei fondi di investimento alternativi continuerà nel 2019 e ben oltre, con i players esistenti che continuano a rafforzare la loro presenza e con nuovi nomi che si stabiliscono a livello locale.

In un contesto di tassi di interesse ancora bassi, gli investitori preferiscono, in linea di massima, strategie di investimento meno liquide, sfruttando nel contempo, l’ampia e ben fornita “Boîte à outils” Lussemburghese. Non è da sottovalutare, in questo contesto, il crescente interesse dei nuovi investitori per i gestori patrimoniali che ricorrono a strategie ESG (Environmental, Social and Governance (ambientali, sociali e di governance)), legate ai principi dello sviluppo sostenibile, che fa prevedere che gli investimenti sostenibili diventeranno presto la tendenza dominante nel settore degli investimenti alternativi.

I principali fattori di differenziazione necessari per accompagnare questa crescita possono essere sostanzialmente identificati nell’agilità a fornire soluzioni reattive e proattive, potendo offrire una gamma completa di servizi, con soluzioni tecnologiche che vanno dai servizi bancari tradizionali – middle office, banca depositaria, transfer agent, fund administration – a servizi di asset servicing come il reporting o i finanziamenti; prossimità al cliente attraverso il supporto di team dedicati che gestiscono il processo end-to-end e hanno una visione a 360° su transazioni e contesto legale e di rischio; ed infine competenza, per essere in grado di manipolare a proprio vantaggio la flessibilità ma anche la versatilità della “Toolbox” Lussemburghese (composta principalmente da UCITS, SIF, SICAR, veicoli di cartolarizzazione e dal 2016 dal RAIF) e permettere ai prestatari di servizi di supportare i gestori patrimoniali nel loro processo decisionale.

I clienti sono alla ricerca di fornitori che semplifichino la loro vita, che li aiutino a costruire la propria offerta attraverso una rete di esperti affidabili e siano in grado di accompagnarli nella realizzazione dei loro progetti. Non è semplice trovarsi nella posizione migliore per offrire questa complessa proposta di valore, in quanto richiede di poter disporre di competenze multidisciplinari e trasversali in termini di portfolio e risk management, di approfondita conoscenza del quadro normativo, regolamentare e fiscale, sempre più complesso, e di disporre di un fitto network di collaboratori e prestatari di servizi di elevata professionalità. Gli investitori sono sovente alla ricerca di una giurisdizione che prenda sul serio la regolamentazione, che offra opportunità ma che si consideri anche altamente responsabile. Ed è quello che offre il Lussemburgo. Tutti, nell’ecosistema dei fondi di investimento lussemburghesi, dagli avvocati ai consulenti fiscali, alle banche, agli amministratori, ai gestori patrimoniali giocano un ruolo attivo nel mantenere il quadro normativo altamente sintonizzato. E questo aiuta il Paese a continuare a stabilire il ritmo per l’industria dei fondi.

I fondi di investimento alternativi hanno raggiunto la fase adolescenziale in termini di maturità e opportunità di crescita, con un potenziale ancora significativo davanti. Questo richiede però che ci sia maggiore chiarezza sul ruolo e le responsabilità dei vari operatori affinchè lo strumento possa diventare di più agevole comprensione ed utilizzo dal punto di vista dell’investitore. Sembra essere questa la motivazione alla base della continua evoluzione del quadro normativo lussemburghese.

Infine, le nuove sfide includeranno anche la capacità dei players finanziari di reinventarsi, sfruttando le nuove tecnologie per ottenere efficienza operativa e sviluppare nuove soluzioni.

I gestori patrimoniali, sfruttando l’innovazione digitale, attraverso l’intelligenza artificiale, la tecnologia Data Lake, il Cloud Computing e, in misura minore, il Robotics Process Automation (RPA), diventeranno più agili nella gestione e distribuzione dei dati in un ambiente sicuro che consente una migliore efficienza operativa. Le nuove tecnologie consentono oggi di fornire dati in un ambiente più sicuro e di estrarre le informazioni in modo più creativo ed efficiente. Inoltre, il digitale potrà consentire a tutti, a breve, di investire online. In futuro, un modello di distribuzione B2B potrebbe convivere con un approccio D2C. Il digitale, con la regtech in particolare, consentirà anche ai vari players di assorbire meglio i costi, in particolare quelli derivanti da normative sempre più restrittive.

C’è da notare infine, come l’industria dei fondi si stia allontanando dalla tradizionale gestione alternativa delle classiche classi di attività. I gestori della nuova tecnologia spaziale stanno mettendo a punto i loro fondi per investire in start-up, che hanno caratteristiche completamente diverse rispetto a un real estate. Il nuovo modo di fare gestione alternativa dovrà favorire la crescita, ad esempio, dei fondi chiusi. All’interno di questi, si intravede l’ascesa di shadow banking, prestito peer-to-peer che non richiede una banca ma una piattaforma di investimento. Confortante vedere che il mercato lussemburghese è in grado di gestire questi investimenti di livello superiore e strutture più complesse, grazie alla sua tecnologia in costante miglioramento – sia in-house che con software concessi in licenza – e alle solide basi del settore finanziario. Coloro che nel mercato non si sono evoluti in questo senso potrebbero presto ritrovarsi indietro. http://www.qgroup.capital

Anna Teresa Plantamura

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *